Quando lavoriamo sull’ottimizzazione e la pubblicazione di un sito web dobbiamo sempre valutare la checklist SEO prima del suo lancio. Ma questi controlli devono essere messi in atto in qualsiasi momento, non solo quando si inizia un nuovo lavoro: questa è una fase delicata ma non l’unica da tenere sotto controllo.
I controlli sono indispensabili. Anche in fase di ottimizzazione SEO di WordPress e qualsiasi altro CMS. Il rischio di improvvisare: puntiamo l’attenzione su aspetti che non sono sempre indispensabili per un portale che vuole raggiungere la visibilità su Google. Ecco quella che, dal mio punto di vista, è una checklist SEO.
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Il primo step della checklist SEO riguarda l’user experience del tuo sito web. Sappiamo che questi parametri sono diventati fattori di ranking su Google e permettono di ottenere un posizionamento migliore a parità di altri fattori. All’interno di questa voce troviamo la stabilità del design.
Ma anche la reattività degli elementi, la velocità di caricamento. Questi sono i Core Web Vitals e possono essere misurati con il Pagespeed Insight di Google, strumento utile nella checklist SEO.
Avere sotto controllo le pagine del sito internet e verificare la buona UX vuol dire ottenere risultati migliori dal punto di vista del posizionamento SEO. Da dove inizia il lavoro per ottenere dei buoni risultati?
Dal nostro punto di vista bisogna lavorare su server di qualità, nello specifico puntiamo sulle macchie SSD che offrono tempi di reazione eccellenti. Per rispondere a queste esigenze abbiamo studiato un hosting WordPress preinstallato e gestito con tutte le caratteristiche necessarie per essere allineato con le esigenze di un’ottimizzazione SEO agguerrita. Non a caso trovi HTTP Keep Alive, HTTP/2, PHP aggiornato e un sistema di cache già pronto. Vuoi più informazioni sul tema?
Hosting WordPress preinstallato e gestito
Una verifica fondamentale per il tuo lavoro di ottimizzazione e SEO checklist. Devi assicurarti che il robots.txt ci sia e che tutte le informazioni siano adeguate allo scopo. Evitando errori e problemi di qualsiasi tipo.
Questo file ha l’obiettivo di comunicare con il motore di ricerca e indicare a quali sezioni può accedere. Come puoi ben capire, basta un’indicazione errata per impedire completamente l’indicizzazione del sito web. O per mettere in noindex intere sezioni del portale. Per la verifica c’è google.com/webmasters/robots-testing-tool.
Da leggere: come migliorare un sito web su WordPress
Guai a chi non inserisce questa voce nella checklist SEO. Verifica che gli URL siano adeguati alle necessità del portale e che non si trovino parametri, directory o altri elementi a disturbare la pulizia della stringa.
Il principio chiave: usa un permalink quanto più pulito e comunicativo possibile, evitando inutili usi di termini più o meno orientati all’ottimizzazione SEO. Ad esempio, se non hanno uno scopo puoi evitare di aggiungere le date nel permalink ma devi ricordare di indicare questa opzione prima di avviare il lavoro di blogging. Altrimenti ti troverai con una valanga di errori 404 da correggere con altrettanti redirect 301 su WordPress.
Non puoi procedere con una buona ottimizzazione SEO del sito web senza questa verifica. Ovvero, l’indicizzazione del portale. Il processo è questo: il motore di ricerca scansiona il tuo portale (crawling), lo indicizza in base alle indicazioni che hai dato (indexing) e alla fine dà una valutazione in termini di posizionamento (ranking). Se il sito web non si indicizza non si posiziona neanche. Come provvedere?
Semplice, devi verificare che la sitemap.xml sia stata inserita e accettata dalla Search Console senza errori. Poi devi verificare che non ci siano delle indicazioni contrastanti per l’indicizzazione in termini di
Ovvero, rispettivamente, le istruzioni rivolte al motore di ricerca per mettere in noindex singole pagine o intere aree del sito internet. Tutto questo è fondamentale per migliorare un sito web con la SEO tecnica.
Sempre attraverso la Search Console, nel report dedicato ai problemi di indicizzazione, devi controllare la presenza di eventuali errori 404 e verificare se sono soluzioni che hai scelto personalmente – i not found non sono per forza negativi – o se c’è qualche problema di struttura che genera numerosi 404 senza motivo.
Se una pagina cancellata ha traffico organico, si posiziona su Google e/o ha dei backlink utili devi agire con un redirect 301 per veicolare traffico e segnali di ranking, tra cui anche il link juice, dal vecchio al nuovo URL
Qui abbiamo una serie di attività che ti consentono di verificare aspetti decisivi per avere un sito web non solo facile da usare ma capace di ottenere buoni risultati su Google. Nello specifico, oltre a controllare la buona struttura degli URL devi assicurarti che tutti i contenuti siano linkati e che non si generino pagine orfane.
Inoltre devi avere certezza di aver realizzato tutte le risorse utili per gli utenti, in modo da coprire le esigenze della keyword research. Una menzione va alle categorie, ai tag, alle tassonomie che organizzano i contenuti.
Una buona alberatura del sito web è lo strumento decisivo della checklist SEO: controlla che tutto sia in regola e che anche la navigazione sia studiata per dare all’utente le informazioni per scoprire tutto ciò che serve.
Ok, una verifica SEO semplice e immediata: devi assicurarti che non ci siano link interrotti (quindi non funzionanti) sul tuo sito web. Puoi effettuare questo controllo in modo semplice con una scansione di Screaming Frog o con un tool gratuito: Xenu’s Link Sleuth, perfetto per individuare errori di questo genere.
La checklist SEO di ogni webmaster che si rispetti continua con un controllo indispensabile per avere buoni risultati in termini di posizionamento e UX. Nello specifico, dobbiamo verificare che le immagini siano presenti e non restituiscano errore. In più abbiamo il compito di aggiungere il tag ALT (ovvero il testo alternative).
In più c’è il dovere di caricare contenuti visual leggeri, non impegnativi del caricamento della pagina. Comprimi le immagini, evita file troppo grandi in termini di Kb e pixel. In più dovresti usare formati recenti e leggeri come WebP, ormai c’è massima compatibilità su WordPress che ha di default anche il lazy load.
Una scansione con Screaming Frog è utile per studiale la coerenza dei vari meta tag SEO come il tag title e la description. Queste voci ti aiutano sia a posizionare il sito web per determinate query, sia ad aumentare il numero di visite in relazione alle impression. Quindi per la verifica SEO meglio evitare contenuti troppo lunghi o corti, ripetitivi, senza senso e basati solo sulla ripetizione delle keyword.
Da leggere: cosa fare prima di pubblicare un sito web
Il successo dell’ottimizzazione SEO e del lavoro di content marketing passa dalla capacità di evitare duplicazione dei contenuti. Il primo passo per evitare questo problema – che frena le pagine web e il relativo ranking – è la presenza sullo stesso dominio di articoli e pagine che si occupano dello stesso search intent. Ovvero, parliamo di risorse che si rivolgono agli utenti con temi che si sovrappongono. Sono del tutto uguali.
Per affrontare questo punto, e raggiungere la prima posizione su Google, basta utilizzare la Search Console: digita una parola chiave nel report dedicato alle performance delle pagine web. Se ci sono più URL che competono e che ottengono impression con relativi posizionamenti vuol dire che quelle risorse sono in competizione. Dobbiamo poi capire se fondere, unire con un redirect 301 o cancellare una delle due pagine.