Chi si occupa di ottimizzazione in termini di Core Web Vitals, gli elementi decisivi di un sito web per quanto riguarda l’esperienza utente sulla pagina web, sa bene che le novità sono sempre dietro l’angolo. Come, ad esempio, l’Interaction To Next Paint (INP). Ovvero una metrica sperimentale che ti consente di valuta la reattività della risorsa, individuando la latenza delle interazioni durante l’intero ciclo di vita della pagina web.
Quindi possiamo dire questo: avere un INP basso vuol dire garantire una buona capacità di interazione della risorsa nella sua interezza, non solo in un’area specifica come potrebbe essere l’above the fold. Così come il cumulative layout shift, anche l’INP riguarda l’intera esperienza. Vuoi approfondire l’argomento?
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Si tratta di una metrica sperimentale inserita nei Core Web Vitals che misura l’interattività dell’intera risorsa presa in esame.
Quindi possiamo dire che questa metrica osserva la latenza di tutte le interazioni che un utente ha effettuato con la pagina.
Il risultato sarà un valore numerico che riassume la reattività durante l’intero ciclo di vita della pagina: INP alto significa che non è stata in grado di rispondere rapidamente a tutte le richieste in modo costante, continuo. Vale a dire fare clic con il mouse su un qualsiasi elemento della pagina internet, toccare un dispositivo con un touchscreen, premere un tasto su una tastiera fisica o su schermo per interagire.
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Lo so cosa stai pensando: qual è la differenza con il FID? Non stiamo parlando della stessa cosa? No perché l’INP considera tutte le interazioni della pagina, il First Input Delay tiene conto solo della prima.
Il FID misura solo il ritardo di input della prima interazione, non considera il tempo necessario per eseguire i gli eventi o il ritardo nella presentazione del frame. In sintesi, l’INP è una metrica superiore e più precisa.
Aspetta, abbiamo parlato di reattività e latenza: cosa significano questi concetti? Per capire l’Interaction To Next Paint (INP) bisogna focalizzarsi anche su alcuni aspetti di approfondimento correlati al tema principale.
La latenza, ad esempio, è costituita dalla durata dal momento in cui l’utente inizia l’interazione a quello in cui viene presentato il frame successivo con un feedback visivo. Ovvero una schermata o un messaggio.
Mentre con reattività intendiamo i suddetti feedback presentati dal browser nel momento in cui l’utente effettua un’azione. Ad esempio, questo avviene quando si aggiunge a un bene al carrello della spesa online.
Chiaramente per riuscire a valutare al meglio questa metrica è utile avere un parametro di riferimento. Qual è un buon valore di Interaction To Next Paint? Tutto molto semplice secondo la risorsa ufficiale di Google: un INP inferiore o pari a 200 millisecondi significa che la tua pagina ha una buona reattività, superiore a 200 e inferiore o pari a 500 significa che devi intervenire. Un INP superiore a 500 millisecondi vuol dire che hai dei problemi.
Per registrare INP del tuo sito web o quello dei competitor puoi utilizzare un tool che conosci: il Pagespeed Insight di Google. Anche Lighthouse e Estensione Web Vitals per Chrome consentono di ottenere il risultato.
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Una delle correlazioni chiave è con il Javascript. Per ottimizzare il parametro in questione conviene individuare e ridurre JS di terze parti, posticipare il codice che non deve essere caricato in anticipo, ridurre il codice non necessario, dare priorità agli elementi e alle funzionalità con cui molto probabilmente i tuoi utenti vorranno interagire con immediatamente. A tutto questo aggiungiamo sempre un buon hosting performante.
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