Essere web content specialist, oggi, non è facile. C’è molta concorrenza, c’è anche l’ombra dell’intelligenza artificiale che rischia di togliere lavoro a chi scrive e crea contenuti. Ma è veramente così? Siamo di fronte a una rivoluzione professionale che porterà i creatori di contenuti fuori mercato?
In realtà non è così, almeno secondo chi si occupa di contenuti online. Abbiamo già intervistato una figura che si occupa di questo settore: Arcangelo Caiazzo, impegnato nel mondo del conten creation: c’è ancora spazio per chi sa lavorare bene e si specializza nell’universo dei web content specialist. Un esempio? Chiediamo a Riccardo Esposito, che è anche autore per il nostro blog aziendale.
Sono Riccardo Esposito, copywriter freelance e web content specialist. Dal 2009 mi occupo di scrittura online. Ho iniziato a lavorare nel mondo della comunicazione durante gli anni universitari, quando frequentavo la facoltà di Scienze della Comunicazione alla Sapienza di Roma.
Mi facevo le ossa in agenzia stampa ma collaboravo anche con la cattedra di Antropologia e quella di Comunicazione Mediata dal Computer. Dopo la laurea ho iniziato a lavorare in una web agency. Dopo 4 anni ho aperto partita IVA per far fruttare i risultati ottenuti con il mio blog, My Social Web: il lavoro di blogger è stato fondamentale, mi ha consentito di trovare clienti in modo indipendente. Così ho deciso di essere indipendente.
Una volta qualcuno ha detto: chi sa scrivere non morirà mai di fame. In realtà possiamo parafrasare questa frase e giungere a una conclusione: chi sa scrivere può rendere il web un posto migliore. Questo significa che il copywriting ha un ruolo centrale nel mondo digital. Non lo dico per convenienza ma è un dato di fatto: il verbo scritto è il primo elemento che eleva una società primitiva a gruppo sociale che condivide una storia, una cultura.
Lo stesso fa l’imprenditore quando decide di creare un sito web e affidare i testi a un copywriter professionista, a un web writer o a un web content specialist. In questo modo decide di fare la differenza e uscire dalla routine negativa dei testi in cui si definisce “leader del settore a capo di un’azienda giovane e dinamica che opera a 360 gradi per soddisfare i clienti”. Cioè, questo è ormai archeologia.
Puoi scegliere se comunicare con un testo mediocre o un linguaggio evoluto: il copywriter ti consente di fare la differenza. E anche se oggi si moltiplicano le possibilità per generare testi con l’intelligenza artificiale, il contributo di chi scrive per mestiere è sempre centrale.
Quando ho iniziato a fare blogging e a pubblicare contenuti online c’era grande incertezza. Si lavorava senza una bussola, pubblicando contenuti online ignorando qualsiasi tipo di ottimizzazione. Le informazioni erano poche e le pubblicazioni arrivavano con il contagocce.
Poi c’e stata un’evoluzione di metodo e abbiamo iniziato a lavorare traendo ispirazione dai blogger americani che erano sempre avanti. C’era Matt Cutts che ci guidava e la barra verde del Pagerank era la nostra stella cometa. In quel periodo leggevo il forum di GiorgioTave e i post del Tagliaerbe.
Poi il blog è esploso in Italia. Ho pubblicato diversi libri sull’argomento e ho avuto la fortuna di cavalcare un’onda importante. O almeno a me è sembrato così e tutto è andato nel modo giusto: c’è stata una presa di coscienza da parte del pubblico e Google ha apprezzato il lavoro svolto. Grazie al blogging ho raggiunto dei risultati interessanti, sia a titolo personale che professionale. Oggi viviamo una nuova fase: l’intelligenza artificiale.
Molti colleghi sentono il fiato sul collo. Ci sono le trombe dell’Apocalisse che squillano e indicano l’inizio della fine: non ci sarà più spazio per il copywriter, l’articolista ha i giorni contati, il blog è morto. poi con la Search Generative Experience ancora di più: Google si mangerà la visibilità e ChatGPT sostituirà i professionisti della scrittura. Sarà vero? Vedremo, non so.
Ho imparato questo, nel tempo, come web content specialist: bisogna sempre aspettare gli sviluppi sul campo delle novità, non frenando e negando le innovazioni ma neanche cambiare bandiera al primo vento di novità.
Inevitabilmente devo parlare ancora del rapporto tra intelligenza artificiale e scrittura. Dicono che il copywriter scomparirà a causa della generazione dei testi attraverso strumenti come ChatGPT e Gemini. Io dico che la fine è solo dei mediocri ma in fin dei conti era già così.
Quelli che scrivevano articoli per 2 o 3 Euro rubavano il lavoro a quelli che lo facevano per 5. Ora ChatGPT si prende tutto e devasta questo sottobosco di sottoproletariato della scrittura. Ma non chi si presenta come web content specialist.
La mia opinione? Meglio così, fa un piacere a tutti: agli imprenditori che risparmiano qualche euro, a me perché elimina un po’ di concorrenza sleale e anche a chi accetta questa miseria. O ti evolvi nel tuo modo di lavorare e diventi un professionista o fai altro. È inaccettabile per tutti avere 500 parole per 2 Euro: sono testa caso, copiati, scritti male, inefficaci sotto tutti i fronti.
Mettiamola così: tra 5 anni vedo me – e tutti i professionisti della scrittura online che meritano – con una marcia in più. Ovvero quella che permette di inserire i contenuti in un processo olistico grazie allo sviluppo di una visione d’insieme rispetto a un progetto di comunicazione.
Bisogna saper integrare il proprio lavoro di scrittura nel contesto SEO, nel web design, nell’UX. Sfruttando anche gli strumenti dell’intelligenza artificiale. Solo così non verrai mai sostituito.
Io so che un hosting di qualità può fare la differenza su tutti i fronti. In primo luogo sulla stabilità del progetto: lavorare con un sito web che ha scelto un hosting capace di garantire determinati standard vuol dire avere stabilità, uptime, performance, velocità, assistenza.
Hosting gestito: veloce, affidabile, performante
Molti imprenditori chiamano un blogger per scrivere contenuti da pubblicare su un portale e poi sia spettano dei risultati. Quando il contenuto si posiziona tutto va bene; se ci sono dei problemi la colpa è di chi ha creato il contenuto. Che non performa, non è scritto bene, non sfrutta tutte le possibilità offerte dalla SEO. Ma io ti chiedo se è stato fatto tutto il possibile per competere con i top player. Questo comprende anche la scelta di un’infrastruttura server adeguata.
Cioè, inutile fare SEO off-page e pubblicare contenuti di qualità se poi i Core Web Vitals rasentano lo zero. Qui Serverplan può fare la differenza dal mio parametro: deve continuare a essere il punto di riferimento delle aziende e dei professionisti del web che hanno bisogno di un hosting adatto a chi cerca i risultati migliori.