Oggi è sempre più importante conoscere le possibilità offerte dall’intelligenza artificiale generativa e gli strumenti che consentono ai professionisti di ottimizzare risorse come il tempo. Spesso si parla di ChatGPT ma è sempre più comune rivolgere l’attenzione a Google Bard, ovvero l’assistente digitale di Mountain View. Nello specifico, si tratta di un chatbot basato sull’intelligenza artificiale generativa e creato sul modello LaMDA.
Google Bard nasce come competitor ufficiale di ChatGPT anche se le possibilità offerte dal novello Bardo di Avon (origine del nome e appellativo di William Shakespeare) sono ben altre. Se non altro perché è già chiara la possibilità di integrarsi con gli altri servizi Google come Drive e Gmail. Senza dimenticare che per ora tutte le sue funzioni, anche avanzate, sono gratuite. Vogliamo approfondire questo argomento?
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Google Bard è un assistente virtuale basato su un meccanismo chatbot che consente di ottenere risposte testuali e visive dopo aver inserito una richiesta. Può essere utilizzato per generare testi di qualsiasi tipo – un’email di lavoro, un abstract, un tema – o per trovare informazioni specifiche un po’ come faresti normalmente su Google. Solo che in questo caso le puoi organizzare, migliorare e trasformare.
Le caratteristiche tecniche di questo chatbot lanciato per la prima volta nel 2023? Si basa sul modello linguistico di ricerca LLM, nello specifico usa la soluzione ottimizzata di LaMDA. Rispetto alla versione base di ChatGPT è aggiornato in tempo reale e ottenere i dati internet, può accogliere prompt vocali e testuali.
Al momento non ci sono più restrizioni per entrare. Se vuoi provare Google Bard e sfruttare le sue potenzialità basta andare su google.com/chat. L’unico requisito: accedere con il tuo account Google. Vai su Gmail e fai il login poi hai libero accesso a Bard anche in Italia, devi solo sapere che per ora si tratta ancora di un servizio sperimentale. Quindi potrebbero esserci sempre degli errori nelle risposte.
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In fin dei conti la domanda principale è questa: come sfruttare Google Bard in modo intelligente? Le opzioni sono praticamente infinite, le soluzioni per utilizzare questo chatbot gratuito e disponibile in italiano sono numerose e articolate. Provo a fare una sintesi delle opzioni più interessanti dal mio punto di vista. Con Google Bard puoi:
Di sicuro l’aspetto più interessante riguarda la capacità di interagire con i dati online. Ad esempio, puoi copiare e incollare un URL chiedendo a Google Bard di analizzare il testo e agire di conseguenza. Ad esempio creando una sintesi del contenuto, estrapolando o analizzando la pagina web alla ricerca di errori.
Una volta raggiunta la home page di Google Bard ti trovi di fronte a una schermata semplice. In alto hai lo spazio con dei link che suggeriscono cosa fare e quali sono le ultime richieste, a sinistra c’è la cronologia delle domande digitate e in basso il box per aggiungere il prompt di comando.
In alto a destra trovi i comandi delle impostazioni, con gestione privacy e cambio layout da chiaro a scuro. Lo spazio per dare istruzioni è corredato da upload se vuoi chiedere a Bard di analizzare un visual, microfono per dare un comando vocale (quindi puoi dettare i tuoi prompt) e tasto invio.
Hai ottenuto il tuo risultato? Perfetto, puoi decidere se apprezzare o meno in modo da modellare le future risposte in base alle tue esigenze. E l’icona G ti consente di migliorare la ricerca con una classica query su Google. Qui trovi i comandi per modificare con delle soluzioni predefinite. Nello specifico puoi cambiare il tono e lo stile delle risposte di Bard scegliendo cinque diverse opzioni: semplice, lungo, breve, professionale o informale.
Inoltre puoi condividere il risultato esportando su Google Docs o Gmail, oppure crei un link pubblico per ottenere un URL che porta proprio alla conversazione su Bard (tutelando ovviamente la tua privacy). La domanda, una volta digitata su Bard, viene organizzata nella sidebar laterale: se clicchi sui tre punti verticali hai la possibilità di rinominare, eliminare o pinnare il lavoro per mantenere tutto in evidenza.
Come per gli altri tool basati sull’intelligenza artificiale generativa, sia testuali che visual, una buona parte del lavoro viene svolto dal prompt. Ovvero dal comando inserito per ottenere dei risultati. Le regole di base per scrivere un prompt efficace su Google Bard sono condivisibili:
Cosa significa questo? Il tuo prompt su Google Bard deve essere diretto: inizia con una call to action e chiedi subito quello che ti serve. Aggiungi dei dettagli come ad esempio il tipo di linguaggio, il tone of voice, la lunghezza della risposta, la formattazione che deve avere il risultato finale.
Come puoi vedere, la sintesi non toglie nulla alla complessità della richiesta. Ricorda che un comando troppo elaborato può mettere in difficoltà questo chatbot che comunque tiene memoria di ciò che hai chiesto. Quindi puoi dividere la richiesta in più parti, con comandi semplici ma specifici.
Stiamo parlando di una tecnologia sperimentale, quindi è chiaro che Google Bard non è perfetto. Forse non lo sarà mai se ci aspettiamo sempre delle risposte perfette, adatte in ogni situazione. Ma è chiaro che questo strumento – come ChatGPT – può riportare errori più o meno gravi.
Soprattutto quando affronti argomenti complessi o controversi. Inoltre, nonostante una serie di principi etici associati allo sviluppo dell’intelligenza artificiale di Google, questo strumento può riportare dei bias, delle distorsioni della realtà. Perché le risposte sono basate su dati che fanno parte del mondo in cui viviamo e prendono anche queste informazioni errate, riportandole nelle risposte. Come possiamo tutelarci da ciò?
Valuta con occhio critico quello che viene riportato da questo strumento. L’intelligenza artificiale generativa al servizio di Bard non deve essere presa come un sostituto della tua capacità di giudizio. Insieme possiamo fare grandi cose ma se lasciamo tutto in mano all’AI rischiamo errori clamorosi.