La sfida eterna tra due visual website builder che hanno fatto storia e oggi dominano il settore del web designer d’avanguardia: Divi o Elementor, quale scegliere? E perché? I puristi che si occupano della realizzazione dei siti web non saranno d’accordo perché queste soluzioni tendono ad appiattire alcuni passaggi e a livellare l’iniziativa. La verità, però, è che puoi avere una mano concreta da questi strumenti.
Perché ti consentono di realizzare design complessi con dei semplici passaggi di drag & drop. O selezionando dei moduli già pronti, magari dei layout predefiniti. In determinati casi, l’uso di un site builder come Divi o Elementor è una soluzione risolutiva. Ma la domanda è chiara: quale scegliere?
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Il primo punto, almeno per la mia prospettiva, è a favore di Elementor. Perché ti dà la possibilità di installare un plugin indipendente e gratuito (almeno nella sua versione base) senza vincoli di template.
In pratica, trovi Elementor nella directory delle estensioni gratuite: lo installi e lo utilizzi con dei limiti che puoi sbloccare acquistando la versione pro. Divi, in realtà, non funziona così: è un servizio a pagamento senza versione gratuita ma solo una promozione di 30 giorni free per fare un test limitato.
Poi, devi decidere se installare o meno il pacchetto che prevede tema più editor o solo plugin. In sintesi, Elementor è più versatile e svincolato mentre Divi dà il massimo se decidi di utilizzare il tema.
Su questo fronte siamo sulla stessa barca: Divi ed Elementor sono in grado di offrire tutto ciò che serve per creare delle landing page su WordPress. O magari puoi sfruttare questi tool per ottenere una base stabile dell’intero sito internet. Certo, c’è da aggiungere questo: Gutenberg sta lavorando sodo per diventare un competitor agguerrito: una buona soluzione per realizzare pagine articolate senza installare architetture complesse.
Complesse ma fino a un certo punto. Infatti, uno dei problemi tipici di queste estensioni – sia di Divi che di Elementor – è il rischio di appesantire il portale con codice inutile al singolo scopo. In entrambi i casi, quindi, è sempre meglio evitare moduli e widget superflui: quando puoi aggiungere tutto con un semplice drag & drop è facile perdere di vista lo scopo ultimo e lavorare solo sul superfluo. Nel frattempo l tempo di caricamento aumenta.
Molto dipende dall’esperienza personale ma, dal mio punto di vista, il processo creativo di Divi è più macchinoso. Infatti, questo site builder si basa su una serie di contenitori collegati gerarchicamente. In primo luogo abbiamo le sezioni nelle quali si inseriscono colonne e righe specifiche.
Infine possiamo aggiungere i moduli, ovvero gli elementi che consentono di creare quella che gli utenti vedono effettivamente quando aprono una pagina internet. Ogni elemento può essere modificato dal punto di vista delle funzionalità e dell’estetica, aggiungendo anche dei contenuti.
Dopo aver scelto una sezione, individuiamo il numero di colonne necessarie per dividere la pagina in are nelle quali inserire righe con dei moduli specifici come, ad esempio, testo, immagini, titoli o video. Senza dimenticare che si possono aggiungere dei widget specifici e predefiniti come una tavola dei prezzi, un conto alla rovescia o un contact form. Tra i punti di forza abbiamo anche la possibilità di restringere o aumentare le dimensioni del backend in modo da operare nel modo più comodo possibile. Ora passiamo ad Elementor: l’editor ha una formula differente, eccola.
Notiamo una barra laterale che permette di scegliere i fari moduli e una pagina centrale nella quale aggiungere eventuali strutture. Qui puoi trascinare i vari elementi che compongono la pagina. Chiaramente, ognuno di questi può essere modificato come preferisci, sia in termini estetici che funzionali.
Uno degli aspetti per scegliere tra Divi ed Elementor: sapere come si comportano con le novità relative all’intelligenza artificiale generativa. Ebbene, su questo fronte mi sento di dare un pari. Infatti, entrambe le soluzioni sfruttano questa novità per semplificare il lavoro di generazione:
Quindi puoi usare il tuo website builder con AI per aggiungere contenuti di diverso tipo – e modificarli in base alle tue esigenze. Inoltre, puoi chiedere al tool che hai deciso di utilizzare per la tua attività di creare un layout per te in base alle indicazioni di un prompt. Ovvero di un comando testuale.
Resta un punto da considerare: i risultati sono attendibili? Non ci saranno problemi in termini di appiattimento del tone of voice e della brand image? Il design rispetta i parametri fondamentale del Core Web Vitals? La mano dell’uomo resta sempre decisiva ma, in entrambi i casi, l’AI dà un contributo.
Per un singolo uso, Elementor è più economico dato che il confronto è di 59 euro contro 89 dollari l’anno di Divi, però se decidi di acquistare una soluzione pro di quest’ultimo prodotto in versione lifetime il risparmio è assicurato dato che la versione base consta 249 dollari per avere sempre il tuo prodotto sul sito web. Puoi facilmente intuire che in questo caso c’è una grande convenienza nello scegliere Divi.
Da leggere: meglio Elementor o WordPress Gutenberg?
La risposta, come avviene anche con altri confronti, non è definitiva. Ad esempio, c’è chi preferisce sempre Elementor a prescindere dai suoi difetti. E lo stesso si può dire di Divi. Un punto però è chiaro: quest’ultima soluzione è perfetta per chi ha un’agenzia o lavora come webmaster freelance e ha bisogno di una base di partenza stabile per diversi progetti. Sul singolo uso, però, può essere più conveniente Elementor. Tu quale preferisci?