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Il concetto di Content Experience è fondamentale in questo periodo in cui il lavoro sulla creazione delle diverse forme di contenuti è sempre più importante. Il concetto riguarda, in buona sintesi, la capacità del di organizzare una comunicazione omogenea per consentire all’utente di interagire con le espressioni del tuo brand nel miglior modo possibile. Esonerando l’autore dal sentirsi responsabile solo della pubblicazione.
Anzi, a essere sinceri è l’esatto contrario: attraverso la CX (Content Experience) curiamo tutto ciò che permette al target di sentirsi a proprio agio con ciò che presentiamo alla nostra audience, sia dal punto di vista testuale che visual. Sia online che offline. Vuoi approfondire l’argomento?
Argomenti
Per spiegare la Content Experience possiamo utilizzare queste parole: l’insieme di sentimenti, sensazioni, opinioni e valutazioni che l’utente esprime nel momento in cui interagisce con i contenuti che pubblichi. A prescindere dal formato e dal canale. Il concetto fondamentale alla base è quello che ci permette di superare l’idea di qualità intrinseca come unico pilastro da valutare nel momento in cui ci dedichiamo a una qualsiasi espressione del brand.
Detto in altre parole, un buon contenuto è irrilevante se non è confezionato in modo esemplare, pubblicato sui canali giusti e facile da fruire dal target di riferimento. Posso creare il miglior case study, il white paper definitivo, ma se devo organizzarlo in modo da curare la distribuzione, la leggibilità, la promozione e il supporto adeguato con contenuti come podcast, video e blog post. Altrimenti è inutile, resta solo un esercizio di scrittura. Continua a leggere questa piccola guida.
Da leggere: contenuti generati dall’AI, la relazione con la SEO
Il motivo è semplice: ogni contenuto rappresenta un touchpoint, un punto di contatto tra brand e cliente. In una prospettiva in cui l’utente decide se e come acquistare prima ancora di aver visto materialmente il prodotto (ZMOT, zero moment of truth) noi dobbiamo essere in grado di raggiungere i nostri interlocutori nel miglior modo possibile. E non solo considerando una prospettiva quantitativa, ovvero producendo contenuti a iosa.
Dobbiamo curarne la coerenza, la fruibilità e la linearità con il tone of voice. Ma anche la capacità di attirare l’interesse del pubblico utile al progetto. Mentre la user experience riguarda l’intera esperienza vissuta da un utente sul sito web, la CX si concentra solo sulla relazione con i contenuti.
Ad esempio, su ciò che è stato scritto su una pagina web e su come hai presentato il testo: ben formattato, arricchito con contenuti multimediali, dotato di una sintesi vocale per ascoltare invece di leggere. Tutto questo può influenzare anche la SEO, il posizionamento sul motore di ricerca.
Ci sono alcune metriche dell’user engagement che possono influenzare la valutazione positiva di una pagina per la Search Engine Optimization: aumentare in modo virtuoso il tempo di permanenza sul sito, il numero di pagine visualizzate e l’interazione con i vari elementi vuol dire proporre un contenuto utile. Di conseguenza, un comportamento tipico come quello del pogo sticking indica insoddisfazione dell’utente su internet.
Il primo punto da valutare per definire la Content Experience è il medium con il quale viene presentato ciò che vuoi comunicare: stiamo parlando di audio, video o immagini? Magari di testo? Quale soluzione prendere in considerazione: video YouTube o Reels? Blog post, PDF o ebook?
Dipende dall’obiettivo. Queste risposte si determinano grazie a un buon piano editoriale digitale che prende in considerazione esigenze del pubblico e del brand. Una volta definito questo punto generico passiamo a quelli specifici come design, navigazione, usabilità e contesto. Il contenuto online che hai creato, oltre ad adattarsi perfettamente al tipo di canale scelto, deve essere facile da fruire, consultare, trovare e condividere con gli altri utenti.
Quando lavoriamo sul concetto di Content Experience, ovvero l’esperienza che gli utenti registrano intorno a un determinato contenuto, possiamo ipotizzare anche dei Key Performance Indicator per valutare la qualità del lavoro svolto. Ad esempio, quali sono i possibili KPI che si osservano su un sito web rispetto a come gli utenti fruiscono e usano le pagine web che hai pubblicato? Iniziamo con una serie di parametri fondamentali:
Questa è solo una carrellata dei possibili KPI per comprendere se stiamo lavorando bene sulla Content Experience di un sito web. Quindi, non basta solo scrivere dei testi per ottenere buoni risultati: ci sono una serie di azioni imprescindibili che dobbiamo prendere in considerazione.
Puoi facilmente intuire che esistono delle sfumature che puoi curare per fare in modo che il tuo contenuto abbia una resa superiore in termini di esperienza da parte dell’utente. Quali sono le attenzioni da mettere in campo per ottenere buoni risultati? Iniziamo dalle regole della leggibilità:
Molto importante scegliere anche un font leggibile, un contrasto tra testo e sfondo adeguato, delle call to action facili da cliccare. Meglio evitare pubblicità interstiziali che possono impedire la navigazione. Molto importante lavorare in termini di Core Web Vitals in modo da evitare elementi di design poco stabili, ritardi nell’interazione e tempi di caricamento troppo lunghi. Diciamo che la page experience è fondamentale in quest’ottica.
Tutto inizia, chiaramente, da un sito web che gira su un hosting virtuoso e affidabile come quello di Serverplan. Con le nostre macchine, infatti, trovi dischi SSD, HTTP/2, HTTP Keep Alive e PHP aggiornato in modo da ottenere tempi di upload minimi almeno dal punto di vista del server.
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Questo è solo l’inizio. Il punto essenziale riguarda la capacità di leggere le necessità del pubblico e creare dei contenuti non semplicemente lunghi ma densi, ricchi di informazioni utili nel formato migliore. Confeziona contenuti rilevanti e su misura per i bisogni dell’utente: usa un design leggibile e visivamente gradevole, ricco di spazio bianco ma anche forme che possono essere adeguate allo scopo. Ad esempio, un tutorial funziona meglio se è accompagnato da un video e da immagini, così come le tabelle funzionano alla grande per schematizzare informazioni.