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Sempre utile scoprire come ridurre il tasso di abbandono di un ecommerce perché in questo modo ottimizzi un fattore decisivo per il futuro della tua impresa: il fatturato. Per la precisione eviti che le persone lascino il carrello acquisti all’ultimo minuto.
Perché magari potrebbero rivolgersi altrove. Magari dal competitor con un sito web dall’user experience migliore. Questo non è un problema astratto, ci sono notevoli perdite economiche per un ecommerce che ha come obiettivo l’aumento delle transazioni.
Se investo in ADV, SEO, social media marketing e web design per creare un’esperienza digital adeguata voglio anche che alla fine ci sia il risultato. Ecco perché è indispensabile scoprire come ridurre l’abbandono dal carrello ecommerce del tuo shop online.
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Vuoi migliorare lo shopping cart del tuo ecommerce in ottica di efficienza delle transazioni? Il consiglio principale è questo: togli tutto quello che non serve e dai grande chiarezza a tutto ciò che lasci sulla pagina. Qui siamo all’essenzialità massima.
Non c’è spazio per orpelli e caroselli. Niente si muove se non serve a portare l’utente verso il pagamento, nulla accade se non serve veramente. Meno metti, nei limiti del necessario, e meglio è perché elimini potenziali fonti di confusione ed errore.
Inutile è ciò che complica la vita e che forza per creare un legame con l’ecommerce. Ora mi farai notare come con Amazon lo facciamo ma è un brand differente.
L’utente non deve essere un obbligo altrimenti gli utenti scappano. Come si ottiene questo? Duplice opzione: un checkout da iscritto e uno come guest. Così non perdi la possibilità di fidelizzare l’utente ma non lo obblighi. Ecco cosa significa Win-Win.
Da leggere: ottimizzazione SEO della scheda prodotto
Certo, le cose sono cambiate rispetto a un paio di anni fa. Ora i potenziali acquirenti conoscono le dinamiche dell’ecommerce e non temono l’acquisto online. Ma non basta, hai bisogno di investire in maggior chiarezza e in sicurezza. Come? In primo luogo assicurati che ci sia il certificato SSL, magari non quello gratuito Let’s Encrypt, giusto per avere l’HTTPS.
Meglio acquistare un certificato in grado di dare garanzie in più. Un aspetto psicologico che fa la differenza: mostra i loghi e i simboli delle aziende che assicurano la protezione alla transazione. Il footer è un’ottima soluzione per ottenere lo scopo.
Quello di Zalando è perfetto perché indica i certificati, i simboli delle carte di credito accettate, le pagine che sottolineano tutto quello che può fare l’azienda per l’utente. Questo significa fare in modo che si senta protetto (non solo avere il certificato SSL).
Secondo i dati proposti da salecycle.com, uno dei fattori fondamentali, prendendo alcune voci del grafico che rientrano nella stessa categoria, è l’assenza di informazioni. O comunque la mancata attenzione verso una definizione chiara di elementi essenziali come i costi di spedizione, il totale da pagare e altri dettagli simili. Basta un minimo di attenzione in più alla trasparenza.
Devi indicare il totale da pagare prima di arrivare al check out finale, già nella scheda ecommerce deve essere chiaro qual è il costo del prodotto e le varie opzioni di spedizione. In modo che il cliente può decidere e sapere già quanto pagare.
Un altro punto fondamentale: la chat interna. Poter dare le informazioni all’utente in modo adeguato, rispondendo rapidamente e a tutte le richieste, consente di avere una carta in più da giocare per ridurre il tasso di abbandono del carrello ecommerce.
Sai bene che esistono delle ottime soluzioni offerte dal web marketing per mantenere le persone sul carrello. O meglio, per farle tornare e acquistare in un secondo momento. In primo luogo puoi puntare sul retargeting: vale a dire tutte le attività di Facebook e Google Ads per creare annunci che ricordino all’utente il prodotto che ha appena scartato o abbandonato nel carrello.
Grazie a questa soluzione è possibile rintracciare il potenziale acquirente senza perderlo di vista. Ancora più precisa la fase di remarketing che consente di inviare via email dei reminder nella casella di posta elettronica per catturare il potenziale acquirente.
Collegato ai punti precedenti: la voce più importante, sempre secondo SaleCycle, è quella dei costi extra che l’utente si trova a pagare nel momento in cui arrivano al carrello. Chiaramente i grandi portali come Amazon hanno più possibilità
Possono giocare a ribasso su questo punto ma non è detta l’ultima parola: per ridurre il tasso di abbandono di un ecommerce attraverso una riduzione dei costi extra sul prezzo finale puoi scegliere un servizio di spedizione adeguato alle tue necessità.
Per approfondire: come ottimizzare la home page del tuo negozio online
Uno dei punti essenziali per ridurre il tasso di abbandono dello shopping cart: snellire il caricamento della pagina. Sappiamo bene quanto sia importante la velocità per un ecommerce, lo è ancora di più nel momento in cui c’è bisogno di pagare e uscire.
Una pagina lenta genera fastidio e frustrazione, si prosegue a fatica e si rischia di creare intoppi a causa del famoso Rage Click, vale a dire il cliccare in modo continuo e insistente a causa di un intoppo. Anche in questi casi l’analisi dei vari colli di bottiglia che generano questa lentezza di base sono indispensabili però c’è un passo da fare prima di ogni analisi successiva.
Ovvero acquistare un hosting di qualità, capace di rispettare i criteri necessari per ridurre il tempo di caricamento della pagina web con dischi SSD, HTTP/2, HTTP Keep Alive e ultima versione di PHP. Senza dimenticare che c’è un altro fattore chiave.
Mi riferisco alla la stabilità della pagina, intesa in termini di uptime e downtime. Cosa accade se durante la fase di pagamento il sito non è più raggiungibile a causa di un errore dell’hosting? Bisogna prevedere tutto questo investendo in infrastruttura.