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La notizia è questa: l’AI Overview di Google (prima nota come SGE – Search Generative Experience) è attiva in Italia. Questo significa che la versione del motore di ricerca Google implementata dall’intelligenza artificiale è qui con noi. Quindi modificherà le nostre abitudini di ricerca e anche il lavoro di posizionamento SEO. Lo farà ancora una volta, dato che questo fronte è in continua evoluzione: non si smette mai di imparare e rivedere i piani.
Ben inteso, alcuni pilastri rimangono come la combinazione tra SEO e UX con i Core Web Vitals: un sito web veloce, che parte da una scelta strutturata dell’hosting di qualità, è sempre un punto di riferimento. Ma basta dare uno sguardo alle SERP attuali per capire che ormai l’AI Overview di Google (qui il comunicato ufficiale dell’attivazione in Italia) è una rivoluzione copernicana per il lavoro di chi è presente online con un blog o un sito web.
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Iniziamo da una spiegazione: AI Overview è una funzionalità della ricerca che puoi effettuare su Google – sia desktop che mobile – per usare l’intelligenza artificiale generativa all’interno della SERP. Questa opzione ti permette di ottenere risposte alle tue domande direttamente nella pagina dei risultati.
La forma che prendono i risultati dell’AI Overview: un testo articolato, che si espande con un bottone, e che riporta una serie di link come fonte. Quindi, Google non si limita più a mostrare un elenco di collegamenti ipertestuali al tuo dominio ma, per determinate query, presenta un riassunto dell’AI.
Giusto rispondere a domande essenziali per l’utente: come attivare o disattivare questa nuova funzione? Non ci sono soluzioni, non la puoi né disattivare né c’è bisogno di fare qualcosa per ottenere i benefici di AI Overview di Google. L’unico modo per non avere questo box di sintesi è navigare in incognito. Ma quali sono i passaggi, almeno dal punto di vista generico, che mettono in moto questo meccanismo?
Quando scrivi una parola chiave nella ricerca di Google, l’algoritmo analizza la richiesta per capirne l’intento. Poi identifica le informazioni utili per rispondere da diverse fonti presenti sul web, compresi post su LinkedIn e video YouTube. Anche se queste fonti sono meno comuni.
L’AI analizza, estrae i punti chiave e li sintetizza in un testo che può essere di lunghezza differente, solitamente diviso in paragrafi e liste puntate. Aggiungendo i link ai siti web utilizzati per ottenere le informazioni. Questa sintesi viene generata al momento, per la singola query.
Per capire meglio come si inserisce l’AI Overview di Google nella tua realtà quotidiana puoi dare uno sguardo a questo esempio preso da desktop. Come anticipato, devi ricordare che si tratta di un’esperienza personalizzata intorno alle tue ricerche e il box riassuntivo non appare in incognito.
Poi, nel momento in cui effettui una ricerca informativa o informazionale (solitamente la sintesi appare per queste query) si presenta un primo elemento con una definizione sintetica per rispondere velocemente alla query. Qui è visibile un primo link come fonte e sarà molto importante mantenere questa posizione se vogliamo consolidare il traffico e la relazione tra SEO e brand. Una volta cliccato sul tasto Mostra altro si approfondisce.
Quindi, il contenuto viene arricchito con sezioni più o meno utili aumentando anche il numero di link. Quello che succede da mobile, però, è meno confortante: la prima parte dell’above the fold viene occupata dal testo generato dall’intelligenza artificiale e i link alla fonte si posizionano nei box.
No, come anticipato l’AI Overview di Google non appare per ogni ricerca effettuata. Questa soluzione tende a presentarsi per query informative articolate, quindi principalmente delle long tail keyword. Per ricerche semplici, navigazionali o sensibili – le classiche ricerca YMYL – il box potrebbe non apparire perché si presume che in questi casi sia necessario un approccio approfondito e monitorato per rispondere a una domanda delicata. Questa rivoluzione della SERP è particolarmente utile per rispondere a domande che richiedono la sintesi di informazioni da fonti diverse.
Da leggere: contenuti generati dall’AI, la relazione con la SEO
In primo luogo c’è un problema relativo alla correttezza delle informazioni riportate nelle sintesi. Come tutte le AI generative, anche l’Overview di Google può scrivere dei testi non corretti. Proprio così, commette degli errori, dà informazioni imprecise o inventate.
Queste sono le famose allucinazioni tipiche dell’AI. Inoltre, alcune sintesi possono semplificare argomenti complessi in modo eccessivo, restituendo delle soluzioni che omettono del tutto dettagli importanti o sfumature presenti nelle fonti originali. A tal proposito, c’è un altro aspetto da considerare: i possibili bias (pregiudizi) che caratterizzano i dati di addestramento o le fonti usate per generare la risposta.