Hreflang, la guida: cos’è e a cosa serve

Postato in data 15 Luglio 2021 da Riccardo Esposito - Aggiornato il 17 Novembre 2023
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L’Hreflang è un tag che consente ai siti web di comunicare in modo chiaro e semplice a quale nazionalità e lingua è rivolta una determinata pagina. Quando un utente che parla inglese, e che ti cerca dagli Stati Uniti d’America, cerca il tuo sito web su Google sarà indirizzato verso la pagina giusta.

Google è in grado di trovare anche in autonomia la combinazione giusta. Quindi l’uso e l’implementazione nelle pagine web di questo tag non è indispensabile. Anzi, quando un sito web è rivolto solo a un determinato pubblico – ad esempio quello italiano – non è necessario aggiungere questo elemento. Però è giusto dire che nei progetti internazionali e soprattutto nei grandi ecommerce multilingua, l’uso dell’hreflang è imprescindibile. Cosa devi sapere in più rispetto a questo strumento per webmaster?

Cos’è l’hreflang, una definizione

Si tratta di un attributo HTML che permette di indicare la lingua di una pagina e il suo target geografico. Ad esempio, se vuoi far capire a Google che una pagina è in lingua inglese e deve essere mostrata a un pubblico USA devi usare l’hreflang.

Lo stesso vale se la pagina è in francese ma rivolta alle persone che fanno ricerche da Ginevra, in Svizzera. In sintesi, questa piccola stringa di codice HTML suggerisce ai motori di ricerca quale pagina mostrare in base alla lingua e alla regione geografica.

Un esempio di tag hreflang nel codice

Come si presenta il tag in una pagina web? Come puoi ben vedere la sintassi è semplice e riconoscibile, composta da un attributo rel – relazione tra elemento di partenza e di destinazione, in questo caso alternanza – e la specifica dell’hreflang.

<link rel="alternate" hreflang="en-au" href="https://esempio.com" />

Come puoi ben vede abbiamo sia l’attributo per indicare la lingua che la regione. Il primo è obbligatorio se si mette l’hreflang, il secondo è facoltativo. Errore mettere solo quest’ultimo. In entrambi i casi facciamo riferimento a formati specifici per l’implementazione: ISO 639-1 per le lingue e ISO 3166-1 alpha-2. Qui trovi tutti i codici da utilizzare per implementare l’hreflang in modo corretto. Ricorda che dopo l’inserimento solo dell’area geografica, sbagliare codice è uno degli errori più diffusi.

<link rel="alternate" hreflang="x-default" href="https://esempio.com" />

Questo soluzione è utile per le pagine che non hanno una preferenza nei siti multilingua. Se hai una pagina home dalla quale puoi scegliere più soluzioni di idioma – quindi un language gate da raggiungere in modo simile – puoi inserire l’hreflang=”x-default”. Così indichi che quella è una pagina predefinita o di fallback per far atterrare tutte le persone che cercano quella risorsa.

Da leggere: cos’è e a cosa serve il robots.txt

Perché dobbiamo usare questo tag

In questo modo rispettiamo uno dei principi chiave dell’ottimizzazione SEO e UX: dare all’utente il miglior risultato possibile. Cosa dovrà pensare il potenziale cliente se cerca una pagina in spagnolo ma la trova in inglese? O in italiano? Il tuo compito è tradurre il sito ma anche fare in modo che la traduzione sia semplice da trovare. E disponibile al momento giusto. In realtà l’hreflang è fondamentale per diminuire la frequenza di rimbalzo, l’abbandono delle pagine e la scarsa permanenza sul sito web.

Ahreflang

Ma permette di comunicare meglio anche con un pubblico particolare. Ad esempio potrebbero esserci delle differenze sostanziali tra una pagina per inglesi, una per americani e un’altra per australiani. Sono tutte tradotte in inglese ma, ad esempio, su un ecommerce potrebbero esserci delle restrizioni di mercato. Il tag hreflang si presenterà così hreflang="en-us" per l’USA.

Si presenterà così hreflang="en-au" per l’Australia. Questa condizione aiuta a risolvere questi problemi e a combattere anche i contenuti duplicati dato che spesso queste risorse differiscono di poco. Però con l’hreflang adeguato puoi dare indicazioni precise rispetto a ruoli differenti. Indicazioni che comunque Google potrebbe non seguire dato che l’hreflang non è vincolante.

Ricorda che il tag hreflang è utilizzato non da tutti i motori di ricerca, solo da Google e Yandex. Per Bing, invece, vale l’attributo HTML content-language.

Come e dove inserire l’hreflang

In primo luogo dobbiamo dire che il tag hreflang deve trovarsi in ogni pagina tradotta e non solo nella home page. Poi, uno dei metodi più comuni è quello di aggiungere nella sezione <head> l’indicazione specifica. Ad esempio, ecco il sito della Apple:

hreflang

Come puoi ben vedere, nell’head della home page della Apple c’è una lista di tag hreflang infinita (in realtà è ben più lunga di quella che vedi). Attenzione, non confondere questo tag con il canonical, non sono la stessa cosa perché quest’ultimo serve a non confondere pagine simili della stessa lingua. l’hreflang, invece, riguarda due idiomi e destinazioni geografiche differenti. Ecco perché puoi anche utilizzare questi due elementi contemporaneamente: hanno funzioni diverse.

Per le risorse non HTML – tipo i PDF – puoi usare l’implementazione hreflang via Intestazioni HTTP. Infine hai una possibilità anche attraverso la sitemap che carichi nella Search Console. In entrambi i casi puoi trovare le istruzioni specifiche nella risorsa di Google. Se vuoi implementare l’hreflang su WordPress puoi utilizzare dei comodi plugin:

Queste soluzioni ti supportano al meglio per la traduzione e l’ottimizzazione del sito web nel momento in cui decidi di affacciarti sul mercato internazionale. Basta installare questi plugin per avere un supporto rapido e per scoprire se ci sono errori puoi utilizzare il check hreflang per verificare la giusta implementazione che si trova nella Search Console di Google.

Da leggere:  acquistare un nome dominio efficace

Altre soluzioni per i siti multilingua

Per dare indicazione a Google rispetto alla presenza di un sito web con più lingue e pagine web tradotte non basta usare l’hreflang. È decisivo ma è giusto dare altri segnali che aiutano i motori di ricerca a comprendere come muoversi.

Ad esempio è utile avere URL specifiche per aree geografiche particolari e anche la scelta del ccTLD (dominio di primo livello nazionale) può fare la differenza. A tal proposito puoi acquistare il miglior dominio per il tuo sito web su Serverplan.

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Riccardo Esposito

Discussione

2 commenti presenti
  • Luca Ricercatore ha commentato il 2024-10-31 17:37:16

    Ottime spiegazioni e ottima guida, mille grazie. Una domanda tecnica: un dominio con estensione non italiana (es: .com, .online) diventa automaticamente meno competitivo nei risultati delle ricerche in lingua italiana? Mi riferisco soprattutto a Google.


    • Riccardo Esposito ha commentato il 2024-11-05 13:47:23

      Ciao, in linea di principio se ti rivolgi solo a un pubblico italiano sarebbe meglio il .it. ma per mia esperienza personale posso dirti che è un elemento minimo. Se hai un buon dominio .com tienitelo e sfruttalo.


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