Come te lo immagini un webmaster? Immerso nell’hardware di computer che non vogliono proprio funzionare, sempre in lotta con server e script. E poi scopri una cosa: il webmaster può essere anche un writer, ma di quelli che scrivono sui muri, non sui blog. Luca Seil Orlandini fa graffiti e, forse grazie a questo, ha una visione diversa. Ad esempio non ha mai scritto una riga di codice.
Fantastico vero? Molti pensano che per essere webmaster sia necessario essere programmatori e tecnici, in realtà alla base c’è sempre la comunicazione. Regolare i pesi degli elementi per guidare la lettura, scrivere le cose giuste, scegliere le foto adatte. La grafica online non è differente da quella offline, solo cambiano gli strumenti e i formati.
Oggi partiamo da qui, da una base di partenza diversa. Oggi il webmaster è Luca Orlandini.
Lead generation e Web Marketing. Più vado ripercorro mentalmente la mia carriera lavorativa e più mi rendo conto di come tutto quello che ho fatto da 18 anni a questa parte sia stato orientato per portarmi dove sono ora.
Il mio lavoro consiste nel trovare elementi di unicità nelle aziende e di aiutarle a presentare le loro offerte nel modo migliore. Quando la pagina è online utilizzo sistemi che mi consentono di farci atterrare utenti interessati così da generare un flusso costante di clienti.
Vedere i frutti del mio lavoro mi piace talmente che spesso scelgo di continuare a ricevere in copia le richieste di contatto indirizzate ai miei clienti, solo per la soddisfazione di sapere che la landing page che ho sviluppato sta funzionando.
Ho iniziato a fare graffiti e a lavorare come venditore di assicurazioni nel 1996. È davvero curioso come due strade parallele che sembravano destinate a non incontrarsi mai sono converse in una professione così particolare come la creazione di landing page.
La mia “prima vita” da venditore è durata qualche mese. Ero timido, troppo giovane e inesperto. Alcuni riuscivano, anche alla mia età, ma probabilmente avevano un carattere diverso dal mio o erano più motivati.
A me, in quegli anni, interessava solo disegnare e riparare pc, quindi passai all’ufficio informatica.
Devi sapere che ho un rapporto abbastanza ossessivo con le mie passioni e quando mi hanno chiesto se volevo imparare un programma di grafica mi è sembrato di aver vinto alla lotteria. Finalmente potevo disegnare 8 ore al giorno, al lavoro, per poi continuare per altre 6 nel tempo libero.
L’importante era che avevo la possibilità di studiare, di sperimentare e di fare quello che mi piaceva davvero (e in cui riuscivo bene).
In quel periodo la grafica e i graffiti mi assorbivano completamente, ma dimenticate le tag sui muri. I graffiti che facevo io sono lo studio e l’evoluzione della lettera in un modo il più possibile personale e caratterizzante. Devi piegare una lettera mantenendola leggibile e facendo in modo che chiunque la veda riconosca che è tua, collegarla alla precedente e alla successiva in un modo unico e particolare.
I graffiti si dicono “cultura in movimento” perché l’evoluzione della scrittura di chi li approccia nel modo corretto è così veloce che qualsiasi foto risulta sfuocata, mossa.
Dopo circa 5 anni all’ufficio informatica sono stato promosso al marketing, un’occasione fantastica. Oltre alla comunicazione ero impegnato nella creazione di supporti per la rete di vendita, nella creazione di gare e nella presentazione di iniziative commerciali.
Certo, sembrava di essere nella Tana delle Tigri (pressioni, scadenze, orari, ansie), ma le condizioni erano ottime; il mio capo credeva moltissimo nella formazione e sono stato privilegiato sotto questo punto di vista.
Ho conosciuto e seguito i primi corsi di Sergio Borra della Dale Carnegie e Roberto Re di Hrd e ho avuto la possibilità di recuperare le mie lacune formative con corsi privati specifici di Marketing e comunicazione.
Dopo 2 anni come Responsabile Marketing sentivo di voler fare altro, tornare alla grafica e alla mia passione per la comunicazione. Lavorare per se stessi è fantastico e volevo provarci.
E tutti gli insegnamenti e i corsi, anche quelli che a suo tempo avevo apprezzato meno, sono riemersi e si sono rivelati utilissimi per impostare bene il mio business.
Credo che il mio punto di forza sia sempre stato quello di individuare percorsi nuovi, anticipando un po’ i tempi. Sono stato tra i primi ad utilizzare Flash in 3d (venendo pubblicato su uno dei primi libri di settore), a vendere le brochure sfogliabili online utilizzando il primo modello di iparigrafika.hu e a passare ai CMS Open Source quando tutte le agenzie tendevano a sviluppare in casa soluzioni proprietarie.
La mia giornata lavorativa, da allora, non è mai cambiata. Circa 6 ore di lavoro sui progetti, di cui 1 commerciale e 3 ore al giorno a cercare cose nuove e interessanti nella rete. Sì lavoro mediamente 9 ore, a cui bisogna aggiungere i weekend dedicati alla contabilità e le notti causate dagli imprevisti. Hardlife, you know.
Grazie alla mia ricerca però non ho mai avuto problemi a trovare clienti, mi è sempre risultato abbastanza facile come quando ho proposto Mambo per il sito web di una importante Camera di Commercio estera a Milano.
Mambo, poi diventato Joomla, racchiudeva quella che è stata per molti anni la mia idea di business: ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, riuscendo al tempo stesso ad offrire un prodotto migliore e in tempi più veloci.
Perché sembrano creati per soddisfare la legge di Pareto e promettono proprio questo, permettendoti di ottenere l’80% di risultato con il 20% del lavoro che sarebbe necessario.
I primi preventivi erano quasi problematici. Ricordo più di un amministratore delegato che mi chiamava perché non capiva come un prodotto più professionale e libero da vincoli potesse costare meno di una soluzione di Agenzia.
Ma le Agenzie non erano ancora pronte, era il 2005 e loro sarebbero arrivate solo molti anni dopo… “I piccoli saranno i primi”, come diceva Seth. Ho strutturato il mio business sui CMS per molti anni perché considero Joomla e WordPress strumenti fantastici. Per questo motivo ho scritto una guida che aiuta gli utenti a scegliere in modo oggettivo il CMS migliore, in funzione del progetto.
Poi, una volta raggiunta la cintura nera con Joomla e WordPress, sentivo che dovevo fare altro e specializzarmi, cambiare ancora e tornare a studiare una disciplina che come i CMS permette di rompere molte barriere, riducendo i costi e migliorando i risultati:
Fare lead generation significa comprendere l’offerta delle imprese e riformularla al meglio, creando una pagina web specifica per ogni bisogno dei potenziali clienti.
Bisogno > Soluzione > Contatto.
Per aiutare i miei clienti a trovare clienti utilizzo creativamente tutto quello che ho imparato finora: marketing, advertising e un naturale occhio per la disposizione degli elementi grafici maturato durante la mia passione per i graffiti.
Tutto converge, tutto si amalgama in un risultato che deve convincere. E vendere. Se hai voglia, puoi dare uno sguardo a questo video: ho spiegato la lead generation nel modo più semplice possibile.